A riguardo della restituzione in Montenegro, la Commissione Europea si è così espressa nel proprio rapporto analitico del 2010: “However, there are no precise statistics on nationalisation of property by the Communist regime. The government established special committees to deal with denationalisation in 2004, but the process has been slow. Out of 10,738 demands for restitution, only 2,791 (i.e. 26%) have been examined. 1,205 applications were found eligible for restitution, but property has been returned in only 142 cases so far (i.e. 5% of all cases eligible). There are cases where property subject to restitution was in the meantime privatised. Particular efforts are needed to solve such cases.” [pag. 30]
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con una sentenza del 9 dicembre 2008 riguardo ad un appello di un cittadino rumeno, ha stabilito che la sua richiesta di restituzione di beni nazionalizzati dal passato regime comunista debba essere giudicata secondo la legge di restituzione rumena in vigore alla data di presentazione della sua richiesta di restituzione e non secondo la legge di restituzione rumena varata in seguito.
Avendo il Montenegro espresso la volontà di diventare membro della Comunità Europea, ne deriva che tale criterio deve essere adottato anche dall’amministrazione montenegrina nei confronti della richiesta di restituzione dei Zuber, presentata prontamente nel 2004. La legge di restituzione da applicare alla richiesta di restituzione dei Zuber è quella del 2004; molte perizie furono eseguite secondo i parametri di tale legge, poi di fatto annullate con l’entrata in vigore della legge successiva.
Corte Costituzionale del Montenegro
Dopo quattro anni di attesa di risposta (marzo 2012), la Corte Costituzionale si è espressa rigettando il ricorso presentato dall’avvocato Novakovic per le lacune e le irregolarità della nuova legge di restituzione montenegrina.
I Zuber Gregovic hanno fatto domanda regolare di restituzione per tutti i beni nazionalizzati non appena è uscita la legge di denazionalizzazione nel 2004, dopo un attesa di oltre 40 anni.
Hanno ottemperato minuziosamente a tutte le condizioni e le richieste previste dalla legge per quanto concerne le stime e le valutazioni tecniche degli immobili, istruite dalle commissioni per la restituzione del governo montenegrino. Tuttavia tutto questo è stato vano.
Nella prima stesura della legge del 2004, la commissione per la restituzione della città di Cattaro aveva valutato un indennizzo di oltre 8 milioni di euro per le proprietà di Cattaro. Ma l’indennizzo non è mai stato reso esecutivo benché la legge dicesse che vi erano 60 giorni di tempo per eseguire il provvedimento.
Nel frattempo è subentrata in forma retroattiva la nuova legge di restituzione del 2007 che introducendo dei nuovi parametri ha reso obbligatorie nuove perizie annullando così tutto il lavoro, le sentenze e le stime precedenti.
Come risultato la nuova perizia dei beni di Cattaro si è ridotta a 2 milioni di euro. Tale indennizzo oltre ad essere totalmente fuori mercato (p.es.: Villa Kamelija in pietra bianca di Hvar valutata 52 euro al mq. laddove oggi è sorto il centro commerciale più esclusivo di Cattaro) non è mai stato reso esecutivo, quindi mai pagato.
Attualmente tutti i nostri processi sono bloccati in vario modo:
- il lavoro delle commissioni di primo grado è sospeso
- laddove si è avviata l’istruttoria e si siano realizzate delle perizie il procuratore dello stato le rigetta
- la commissione interna di 2° grado presso il Ministero delle Finanze rigetta la decisione della commissione di 1° grado.
Non si può nemmeno ricominciare daccapo, perché i lavori sono sospesi e si ritorna al punto 1
Contrariamente a quanto riferisce il Ministero delle Finanze, il buon esito delle restituzioni non dipende dal lavoro delle commissioni, bensì dalle decisioni prese dal Ministero stesso. Le commissioni di restituzione, sia di primo che di secondo grado, sono interamente “istruite dall’alto”.
La legge di restituzione e compensazione montenegrina, un laborioso labirinto senza soluzioni d’uscita, sembra essere sostanzialmente un’operazione politica di ottemperanza nei confronti della Commissione Europea, essendo la restituzione un impegno assunto dal Montenegro negli accordi di ingresso nella Comunità Europea.
Di fatto non viene attuata se non sporadicamente, la tempistica dell’istruttoria è comunque assai lenta, i parametri di valutazione delle proprietà sono ben inferiori ai valori di mercato, le sentenze tendenzialmente non vengono rese esecutive, e qualora lo divengano la somma liquidata corrisponde al 35% dell’importo deciso a causa degli strumenti di pagamento imposti (titoli di stato montenegrini). Rispetto ai suoi propositi la legge di restituzione ed il suo sistema di attuazione sono un vero fiasco, una realtà non casuale.
Di tutte le richieste di restituzione e/o compensazione un solo indennizzo è parzialmente avvenuto, per un terreno a Petrovac, proprietà privata di Anastasija Gregovic.
Da quest’unico caso di compensazione parziale che ha toccato gli eredi Zuber Gregovic si può provare che il rimborso stabilito nella sentenza di indennizzo non ha coinciso alla cifra effettivamente pagata, sia mediante il pagamento con titoli di stato (perdita del 65%) sia mediante il pagamento rateizzato in quindici anni di cui sono state pagate solo 5 delle 15 rate annuali concordate (perdita del 67%). Infatti il governo ha interrotto la corresponsione dei pagamenti.
Eccezioni: nel procedimento di restituzione avviato dal governo montenegrino esistono tuttavia delle notevoli eccezioni, che però non riguardano i Zuber Gregovic (vedasi documenti in calce).
Di recente lo stato montenegrino ha deciso la restituzione integrale di un immobile nazionalizzato a Niksic.
Così come è stato restituito un immobile ad un cittadino statunitense a Igalo.
C’è da augurarsi che ciò possa avvenire anche per tutte le proprietà nazionalizzate e che l’eccezione diventi la regola.
Imprese: la nuova legge di restituzione e compensazione non contempla il risarcimento per le imprese nazionalizzate pertanto non esistono nemmeno gli strumenti legislativi per gestire il danno subito per la società di navigazione Zetska Plovidba e della Banca Serbo Albanese.
Marzo 2012: Valutazione ufficiale del patrimonio delle imprese possedute da Lale Zuber, realizzate dal perito finanziario giurato Sig. Zoran Todorovic, recante il timbro di approvazione del Ministero delle Finanze montenegrino.
Documenti:
Commissione Europea: rapporto analitico del 2010
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: sentenza del 9 dicembre 2008
Ministero delle Finanze: valutazione ufficiale del patrimonio imprenditoriale di Lale Zuber (2012)
Niksic: sentenza (2007) / appello (2009) / verdetto finale di restituzione (2009)
Igalo: sentenza di restituzione (2010)